Dopo mesi di attesa, parte finalmente la Prestazione universale per anziani non autosufficienti, un aiuto economico pensato per sostenere chi, superati gli 80 anni, vive in condizioni di grave fragilità sanitaria ed economica. A partire da giugno 2025, l’INPS inizierà a erogare i pagamenti mensili fino a 850 euro, comprensivi degli arretrati da gennaio, destinati a integrare la tradizionale indennità di accompagnamento.
Questa misura, prevista dal decreto legislativo 29/2024 e resa operativa con la recente pubblicazione del decreto attuativo, è pensata per sostenere economicamente le famiglie che si fanno carico dell’assistenza a domicilio di anziani gravemente non autosufficienti, contribuendo alla copertura dei costi di colf, badanti o altri servizi di cura.
Chi può richiedere il bonus
Per accedere al contributo mensile integrativo, è necessario soddisfare contemporaneamente quattro criteri:
– Avere almeno 80 anni
– Essere titolari (o avere diritto) dell’indennità di accompagnamento
– Disporre di un ISEE sociosanitario inferiore a 6.000 euro
– Trovarsi in una condizione di bisogno assistenziale gravissimo
Quest’ultima condizione viene accertata sulla base dei criteri stabiliti dal decreto ministeriale del 26 settembre 2016: ad esempio, gravi disabilità motorie, demenza avanzata, lesioni spinali, necessità di ventilazione assistita o assistenza continuativa 24 ore su 24.
Quando arrivano i pagamenti
Dopo l’atteso via libera normativo, l’INPS ha potuto attivare la fase finale del processo: le verifiche sanitarie e l’istruttoria delle domande. I primi accrediti cominceranno a essere erogati tra giugno e agosto 2025, in ordine di lavorazione delle richieste già presentate dal 2 gennaio.
Il contributo integrativo si aggiunge all’indennità di accompagnamento da 531,76 euro, portando il totale potenziale a circa 1.381 euro al mese. Tuttavia, i due importi saranno versati separatamente, e la nuova prestazione assorbe eventuali altri contributi pubblici regionali o comunali destinati alla stessa finalità.
Come fare domanda
Le domande possono essere inviate esclusivamente online tramite il portale dell’INPS, con accesso tramite SPID, CIE o CNS, e con il supporto di patronati o CAF. La possibilità di presentare richiesta rimane aperta fino al 31 dicembre 2026, termine di validità della misura, definita “sperimentale”.
Fondi disponibili e limiti
Lo Stato ha stanziato 500 milioni di euro per il biennio 2025-2026 (250 milioni l’anno). Se il numero di beneficiari superasse le stime iniziali (25.000 persone all’anno), gli importi individuali potrebbero essere ridotti per rientrare nel tetto complessivo. Al momento, però, l’INPS rassicura: le domande effettive risultano ancora limitate, e non si prevede alcun taglio agli importi.
Controlli e restituzione
L’INPS ha predisposto rigidi controlli per accertare la reale gravità del bisogno. Oltre alla documentazione medica, viene richiesto un questionario dettagliato, che valuta la composizione del nucleo familiare, la presenza di altri soggetti fragili e l’eventuale uso di servizi domiciliari o sanitari.
L’Istituto sottolinea che il contributo deve essere utilizzato esclusivamente per servizi di assistenza. In caso di uso improprio o dichiarazioni mendaci, è previsto l’obbligo di restituzione delle somme ricevute.